mercoledì 19 ottobre 2016

Step 06. I colori nella scienza



Il Bianco di Titanio è il colore che è stato affibbiato al materiale scoperto a fine '700 (1791) dall'inglese William Gregor che decise di chiamarlo Gregorite. Ci si chiede dunque come mai ora si chiami Titanio. Il nome titanio deriva dal chimico tedesco Heinrich Klaproth che ben 2 anni dopo (1793) scoprì lo stesso elemento senza rendersene conto affibbiandogli il suddetto nome.

STORIA NELL'INDUSTRIA AEROSPAZIALE
L’industria aerospaziale si rese conto che l’utilizzo di leghe di questo prezioso elemento avrebbero potuto cambiare drasticamente la storia dell’aviazione: in effetti studi su leghe di Titanio con piccole percentuali di Alluminio, Ferro, Molibdeno e Vanadio dimostrano che potevano tranquillamente sostituire gli acciai inossidabili austenitici fino ad allora ampiamente utilizzati per parti critiche di turbogetti consentendo un risparmio del peso anche superiore al 50%, per giunta, il comportamento di queste leghe ad alta temperature, ad esempio, quelle riscontrabili nei primi stadi della turbina di un jet, era anche superiore a quello delle migliori leghe ferrose.
Il “wonder metal” dell’industria aerospaziale però, presentava, e per certi versi presenta tuttora, dei problemi non indifferenti, principalmente legati all’elevato costo della sua produzione, e d’altro canto, proprio dalle caratteristiche che lo rendono così appetibile per ‘uso aerospaziale: l’estrema resistenza lo rende di difficile lavorazione per le macchine utensili (torni, frese, tutte quelle basate sull’asportazione di truciolo), inoltre, la sua bassa conduttività fa si che il calore non venga distribuito uniformemente ma che rimanga concentrato nelle zone prossime a dove l’asportazione del materiale in eccesso viene effettuata, con risultante pericolo di deformazioni, rotture del pezzo in lavorazione nonché usura e frattura degli utensili, con tutti i pericoli che ciò comporta. La produzione di getti da fusione era ancora più critica, sopratutto per via dell’elevata temperatura di fusione e per l’elevato tempo di raffreddamento, sempre dovuto alla bassa conduttività, tale da sconsigliarne la fattibilità fino a tempi recenti.

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